Oggi ho il piacere di introdurre un tema fondamentale per chi opera nel settore dell'ospitalità: il personal branding. Quando parliamo di creare ambienti accoglienti e funzionali per massimizzare le prenotazioni, non possiamo trascurare l'importanza di presentare noi stessi e la nostra attività nel miglior modo possibile. Ecco perché ho deciso di intervistare Livia Fiume, una talentuosa Brand Design & Strategist, che ha già aiutato decine di creative preneur a trasformare i loro sogni in brand unici e senza tempo.
Per chi gestisce strutture micro ricettive, come case vacanza, B&B e affittacamere, il personal branding non è solo una strategia di marketing, ma un vero e proprio investimento per il successo a lungo termine. Proprio come nell'home staging turistico si lavora per rendere speciale ogni angolo della casa, il personal branding aiuta a far emergere l'unicità del professionista e della struttura ricettiva, permettendo di emergere tra centinaia di offerte tutte uguali.
In questa intervista, Livia ci parlerà di come costruire un personal brand efficace e ci darà preziosi consigli su come esprimere al meglio le nostre sfumature per attrarre i clienti ideali. Senza ulteriori indugi, iniziamo con le domande!
Ciao Livia, grazie per essere con noi! Potresti spiegare ai nostri lettori cos'è la brand identity e perché è così importante?
«Certamente!
Possiamo definire la brand identity come un’insieme di caratteristiche, qualità, impressioni e atmosfere (nel caso di uno spazio ricettivo) che un marchio trasmette, rendendo un'attività unica e riconoscibile.
Queste percezioni vengono trasmesse da elementi tangibili come il logo, i valori, i colori, il modo di comunicare, i servizi scelti (per quanto riguarda l'host) e da elementi stilistici (per quanto riguarda la casa).
Avere una brand identity forte significa differenziarsi dalla concorrenza, far emergere il proprio vantaggio competitivo e di conseguenza attirare i clienti ideali».
Quali sono le principali sfide nel costruire un'identità forte e coerente?
«La prima grande sfida è acquisire consapevolezza dell'importanza della brand identity, comprendere a fondo cos'è e come può essere utile per la propria attività.
(A questo proposito Livia tiene un podcast meraviglioso che vi consiglio di seguire! Luminessenza: lo trovate qui).
Molti host tendono a sottovalutare questo aspetto, pensando che una bella proprietà sia sufficiente. In realtà, una brand identity ben definita è fondamentale per ottenere ospiti soddisfatti, ottime recensioni e un passaparola positivo, che sono il motore per il successo e la crescita della tua attività.
L'altra sfida significativa è applicare la brand identity in modo concreto e coerente. Questo significa tradurre il progetto costruito con il professionista in tutto ciò che di pratico concerne l'attività: dal logo al font, dal sito alla comunicazione sui social, dalla scelta delle parole a quella dei colori, degli arredi, delle dotazioni specifiche e così via.
Questa coerenza rafforza l'immagine del marchio, migliora la reputazione e la percezione di professionalità.».
Quali sono i primi passi che un host o un property manager dovrebbe compiere per costruire il proprio personal brand? Ci dai qualche consiglio pratico immediatamente applicabile?
«Il primo passo è un attento lavoro di analisi e introspezione sul professionista. È importante partire dalla propria storia personale e prendere nota di sogni, desideri, necessità, motivazioni e caratteristiche per chiarire dove si vuole arrivare.
Il secondo passo è intrecciare tutto questo con le peculiarità della struttura ricettiva, del contesto in cui è immersa, del mercato di riferimento. È fondamentale che le due essenze, quella del professionista e quella della struttura, lavorino in simbiosi per creare un'identità armoniosa, autentica e facile da mettere in pratica.
Il terzo passo è individuare il cliente ideale. Comprendere chi è il cliente ideale permette di focalizzare su di lui servizi e scelte di ordine sia stilistico che pratico, di costruire una comunicazione su misura e un'esperienza che rispondano perfettamente alle esigenze degli ospiti».
Ci sono errori comuni da evitare?
«Uno degli errori più comuni è… non applicare il branding! Ovvero cercare di rivolgersi a tutti per paura di essere troppo selettivi. Questo porta a una comunicazione generica che non riesce a catturare l'attenzione del cliente ideale e alla realizzazione di ambienti senza un'anima vera e propria.
È fondamentale avere il coraggio di essere specifici e mirati, presentando un'identità dalle caratteristiche ben definite. In questo modo, si attraggono esattamente i tipi di ospiti che si desiderano, aumentando la soddisfazione e il tasso di ritorno, accrescendo una reputazione solida e professionale».
Brand identity e home staging turistico: vanno a braccetto?
«Assolutamente sì! Il personal brand del professionista deve riflettersi nella creazione degli ambienti e viceversa: l'identità della struttura, messa in luce attraverso l'home staging, deve tenere conto di quella dell'host.
Questi due aspetti sono connessi e complementari, e insieme concorrono alla creazione di un'esperienza immersiva e memorabile per gli ospiti.
Per esempio, se un host desidera comunicare un senso di accoglienza e familiarità, gli spazi dovranno riflettere questa atmosfera attraverso scelte di arredo, colori e dettagli che rispecchiano questi valori»
Conclusione
L'intervista a Livia Fiume ci ha fornito una visione chiara e dettagliata sull'importanza del personal branding per chi opera nel settore dell'ospitalità: costruire una brand identity forte e coerente può fare la differenza tra una struttura che si confonde tra le altre e una che si distingue e prospera.
Ricordiamoci che il personal branding non è solo una questione estetica, ma un vero e proprio strumento strategico per creare connessioni autentiche con gli ospiti e garantire il successo a lungo termine della propria attività.
In bocca al lupo per il vostro branding!